La
città di Rotterdam ci riporta immediatamente alla mente il suo illustre cittadino Erasmo che qui nacque nel 1466. Nella realtà questo importante teologo e umanista olandese visse a Rotterdam solo la primissima infanzia e non vi fece mai più ritorno. L’opera sua più importante fu l’Elogio della Follia del 1509, una satira della teologia scolastica, dell’immoralità del clero e della curia oltre ad un’esaltazione della follia del vero cristiano dedicante la sua vita alla fede.
Ne l'”Elogio della follia”, la fede religiosa viene vista più come una pratica di carità che come una dottrina razionale, essendo il cristianesimo fondato sulla pazzia della croce. L'”Elogio della follia” è un’apologia della fede cristiana che contro e oltre le necessità della ragione accetta un articolo di fede indimostrabile, un uomo che è Dio, che muore e da solo resuscita se stesso dai morti, in conflitto con la ragione, principale categoria della grecità classica.
“Follia” che troviamo anche oggi, nell’architettura della città completamente ricostruita dopo i bombardamenti della II guerra mondiale e che ha come simbolo il ponte, avveniristico come la maggior parte delle costruzioni.
Gli architetti, al termine della guerra, si sono ritrovati uno spazio da riempire, una vera pacchia e, di conseguenza l’architettura e’ assolutamente all’avanguardia e anche piuttosto strana. Andiamo dai grattacieli che si illuminano di notte con disegni animati, a costruzioni di oltre venti piani costruite a forma di nave (sede degli uffici portuali) con tanto di ponte, fumaioli e prendisole. Famose infine sono le case cubiche, edifici gialli e cubici appoggiati su di uno spigolo costruite negli anni 80 dall’architetto Piet Blom.
Queste abitazioni furono concepite dall’architetto come degli alberi in una foresta, una sorta di villaggio inserito nell’ambito di una città in cui ogni cosa e ogni servizio fosse fruibile da tutti.
MASSIMO MANZONI