Il
Modernismo nasce in Catalogna nel 1884, contemporaneamente al Liberty in Italia, all’Art Nouveau in Francia e allo Jugendstil in Germania, oltre che movimento artistico è corrente di pensiero politica, tendente al recupero della cultura e dell’identità catalana.
La buona società della Barcellona di fine secolo decise di fare del Modernismo la bandiera del proprio cosmopolitismo e lanciò la città in una sfrenata corsa all’innovazione. Tutti gli aspetti del quotidiano furono raggiunti dalla sontuosità e dalle linee curve di uno stile che portò gli architetti a disegnare maniacalmente, fino al più piccolo dettaglio, le abitazioni, i negozi e gli spazi pubblici.
Il Modernismo trasformò le fabbriche artigianali di ceramica, del vetro, del ferro battuto, di oreficeria, di smalto, di ebanisteria e arti grafiche nell’essenza reale del movimento che divenne l’inequivocabile segno identificativo della città.
La figura più rappresentativa di questo movimento è Antoni Gaudì, che ha lasciato testimonianze della sua espressione artistica in numerosi edifici quali la Casa Batllò, la Casa Milà, il Parc Guell e la Sagrada Familia. Quest’ultima, incompiuta, impegnò l’artista lungo l’intero arco della sua vita fino alla sua morte.
Nella Casa Batllò, ad esempio, è evidente l’accostamento di materiali diversi quali il legno, il metallo e il vetro colorato al fine di sfruttare al meglio la luce intensa della città costiera. L’uso di mattonelle colorate disposte secondo un disegno fluttuante lungo l’intera facciata, ha la sua fine in un rigido tetto di tegole colorate dall’arancione al verde blu. Questo effetto cromatico consentì a Gaudì di staccarsi dalle facciate tradizionali delle case circostanti.
Se la Casa Batllò gli fu commissionata quale ristrutturazione di un edificio preesistente, la Casa Milà fu progettata ex-novo. Qui il Gaudì estrinseca ai massimi livelli la sua eccentrica estrosità: la facciata di questo palazzo, che al suo interno include il primo parcheggio sotterraneo della città, è una impressionante ed armoniosa massa di pietra ondulata senza linee rette, da cui il soprannome “La Pedrera” (la cava).
MASSIMO MANZONI